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L'architettura religiosa campana dell'XI secolo e dei primi decenni del XII, soprattutto in Terra di Lavoro, viene generalmente considerata come una derivazione del "modello" costituito dalla basilica di Montecassino, realizzata dall'abate Desiderio tra il 1066 e il 1071. Un'indagine svolta da un punto di vista espressamente architettonico apre in ogni caso la riflessione a nuove possibilità interpretative, pur non rimettendo in discussione il ruolo del monastero cassinese e del suo grande abate. L'aulicità del modello desideriano, che nelle sue realizzazioni più note affianca non solo due lingue, il latino e il volgare, ma due culture, quella paleocristiana e quella carolingia, appare infatti non sempre pienamente recepita. I costruttori delle chiese campane e basso-laziali mostrano quindi di aver reinterpretato i suddetti modelli traducendoli in una lingua nuova, diversa... ma per loro pienamente comprensibile.